Aquileia

Il ritorno ad Aquileia

Dopo tutte queste emozioni e queste visite in luoghi anche insoliti e marinare la struttura circolare del nostro viaggio ci riconduce ad Aquileia.

Aquileia, incastonata nel tessuto del tempo, è una perla di inestimabile valore storico e artistico. Fondata nel lontano 181 a.C., questa città ha segnato la storia come fulcro dell’Impero Romano e come faro nella diffusione del Cristianesimo in Europa. Oggi, Aquileia si distingue per i suoi resti archeologici, dove i mosaici paleocristiani e gli affreschi bizantini narrano storie di fede attraverso la bellezza dell’arte.

La Basilica di Santa Maria Assunta, dichiarata patrimonio UNESCO, è un santuario di spiritualità e bellezza, custode di mosaici che illustrano la storia sacra e profana. Il Museo Archeologico Nazionale svela i segreti delle civiltà antiche, mentre il Porto fluviale e il Foro Romano testimoniano la grandezza economica e sociale di un tempo.

È il momento di lasciarsi avvolgere dalle atmosfere millenarie della città, di perdersi nella contemplazione degli affreschi e dei preziosi mosaici della basilica, dove il ciclo biblico di Giona e la balena prende vita. L’area archeologica, un tesoro ben conservato, invita a esplorare l’antico porto fluviale, gli scavi e la domus di Tito Macro. In conclusione del nostro percorso, lascio per ultima  una visita al piccolo Cimitero degli Eroi, situato dietro la Basilica, che ci offre un momento di riflessione nei pressi del monumento tombale di Maria Bergamas che fu la madre del Milite Ignoto, simbolo del dolore e della sofferenza e del sacrificio insito in tutte le guerre.

Aquileia, con ogni suo angolo che racconta un capitolo di storia, è una città che vive, respira e continua a narrare la sua epopea millenaria.

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La "Corniola di Aquileia"

Nel 1968, la celebre soprano Maria Callas e il provocatorio regista Pier Paolo Pasolini si incontrarono. Lei, reduce da nove anni d’amore con il miliardario Aristotele Onassis, era scettica riguardo a Pasolini, che temeva fosse uno dei soliti intellettuali comunisti. Lui, omosessuale, era ossessionato da Ninetto Davoli. Tuttavia, tra loro nacque un amore struggente e incompiuto.

La storia tra Maria Callas e Pier Paolo Pasolini è una narrazione affascinante di un amore impossibile e di un’amicizia profonda. Durante l’estate del 1970, mentre Pasolini disegnava il ritratto di Callas con inchiostro fatto di petali e acqua di mare, si sviluppò tra loro un legame speciale.

Pasolini, noto per le sue opere cinematografiche e letterarie, incontrò Callas nel 1969 durante la lavorazione del suo film “Medea”, in cui la celebre cantante lirica interpretò il ruolo principale. Nonostante le iniziali esitazioni dovute alla fama e al carattere di Callas, i due trovarono un’intesa quasi immediata.

Il loro rapporto si intensificò attraverso lunghe conversazioni e scambi epistolari, nei quali Pasolini esprimeva la sua ammirazione per Callas, definendola una “pietra preziosa” e una dea greca. Callas, dal canto suo, era affascinata dalla personalità e dal talento di Pasolini, tanto da firmarsi nelle lettere come “Maria fanciullina” in segno di affetto.

Un episodio particolarmente significativo del loro rapporto fu il regalo di un anello da parte di Pasolini a Callas. Dopo la fine delle riprese di “Medea”, Pasolini le donò un anello con una corniola antica di Aquileia, che Callas interpretò come un anello di fidanzamento. Tuttavia, nonostante le speranze e le illusioni, una proposta formale di matrimonio non arrivò mai.

Questo anello simboleggiava la loro connessione e il rispetto reciproco, ma anche i limiti di un amore che, per varie ragioni, non poteva realizzarsi pienamente. La loro storia rimane un esempio di come due anime affini possano condividere un legame intenso e complesso, anche al di là delle convenzioni romantiche tradizionali.

Per concludere… C’è davvero di che commuoversi  e di che riflettere sul senso della vita a coronamento di questo itinerario così singolare e a tratti introspettivo che ci ha portati a camminare sul filo della memoria e coadiuvati anche dalla natura stupenda e unica e da un territorio così vario e peculiare, forse ci siamo anche spinti  in territori, interiori ed esteriori, non consuetudinariamente esplorati.

Di sicuro possiamo affermare che stiamo ritornando a casa decisamente arricchiti e con una sporta piena piena di nuove esperienze, di bei ricordi e di buone emozioni.

Evviva Pier Paolo Pasolini, evviva il territorio lagunare del FVG!

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